Con la legge n. 3/2019 che ha modificato l’art. 5, comma 4, del D.L. n. 149/2013 è stato previsto che le associazioni, le fondazioni ed i comitati saranno tenuti ad adottare a fini anticorruttivi tutti gli obblighi di trasparenza previsti fin ora per i partiti politici.
Una disposizione indirizzata a tutte le fondazioni e associazioni del cui consiglio direttivo fanno parte soggetti (anche un solo componente) che negli ultimi dieci anni hanno condotto attività politica di amministrazione e governo a livello nazionale o locale o che siano stati parte degli organi di un partito o di un movimento politico. Inoltre, tali obblighi di trasparenza dovranno essere adottati anche da tutte le fondazioni e associazioni che erogano somme a titolo di liberalità o contribuiscono in misura pari o superiore a euro 5.000 l’anno al finanziamento di iniziative o servizi a titolo gratuito in favore di partiti, movimenti politici o loro articolazioni interne, di membri di organi di partiti o movimenti politici o di persone che ricoprono incarichi istituzionali.
In particolare, secondo quanto previsto dal nuovo dettato normativo, gli enti che presentano le caratteristiche di cui sopra sono chiamati a sostenere i costi di una certificazione di bilancio annuale. Dopo che una apposita Commissione sulla trasparenza ha svolto il preventivo controllo di conformità e regolarità, questi enti saranno chiamati infatti a pubblicare sul proprio sito internet lo statuto e il rendiconto di esercizio (con il relativo verbale di approvazione) corredato dalla relazione sulla gestione, dalla nota integrativa e, ove prevista, dalla relazione del revisore. Di tali pubblicazioni dovrà inoltre essere data comunicazione ai presidenti delle Camere ed evidenza nel sito ufficiale del Parlamento.
Si tratta di una disposizione che fino ad oggi è stata oggetto di aspre critiche in quanto, oltre a gravare tutti gli enti, anche quelli di minori dimensioni, del dovere di esecuzione di numerosi, oltre che onerosi, adempimenti burocratici e amministrativi, secondo buona parte della critica presenterebbe profili di illegittimità costituzionale motivo per cui, a fronte delle numerose istanze provenienti dal Terzo Settore, sono state già depositate delle proposte correttive di legge. Si rimane dunque in attesa dell’intervento normativo del Ministero della Giustizia.