Com’è noto, nell’ambito delle politiche europee sull’energia, è progressivamente divenuto centrale il ruolo dei consumatori finali, ai quali viene data l’opportunità di produrre e vendere autonomamente l’energia, anche in forma collettiva.
La direttiva approvata in via definitiva dal Parlamento europeo il 12 settembre 2023 (cd. Direttiva “RED III”) definisce la “comunità di energia rinnovabile” come un soggetto giuridico fondato sulla partecipazione, aperta e volontaria, di chi – persona fisica, PMI (a condizione che la partecipazione alla comunità non costituisca l’attività commerciale principale) o pubblica amministrazione – si trovi nelle vicinanze dei suoi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
La medesima direttiva obbliga gli Stati membri ad assicurare che i clienti finali abbiano il diritto di partecipare a comunità di energia rinnovabile, impedendo che vengano messe in atto condizioni o procedure ingiustificate o discriminatorie (art. 22).
Come già previsto dal decreto “Aiuti” del 17 maggio 2022, n. 50 e dalla successiva legge di conversione, le Autorità di Sistema Portuale (AdSP) possono utilizzare le CER per il soddisfacimento delle esigenze energivore in ambito portuale.
La norma, peraltro, prescrive espressamente (art. 9, comma 2) che le comunità energetiche rinnovabili portuali siano istituite in coerenza con il documento di pianificazione energetica e ambientale, di cui all’articolo 4-bis, legge n. 84 del 1994, ai sensi del quale le AdSP devono perseguire adeguati obiettivi, con particolare riferimento alla riduzione delle emissioni di CO2, definendo nel documento gli indirizzi strategici per la implementazione di specifiche misure, al fine di migliorare l’efficienza energetica e di promuovere l’uso delle energie rinnovabili in ambito portuale.
I porti si prestano ad essere utilizzati non soltanto quali luoghi deputati alla realizzazione degli impianti, ma anche solo a supporto degli impianti collocati in mare (parchi eolici offshore ed energia da moto ondoso, fotovoltaico galleggiante, etc.).
Ebbene, in questa prospettiva, il Piano del Mare per il triennio 2023-2025 (Delibera interministeriale pubblicata nella G.U.R.I. n. 248 del 23 ottobre 2023) indica e suggerisce un possibile adeguamento della natura giuridica delle AdSP, ma anche di quella delle attività gestorie, al fine di incrementare l’efficienza dei singoli porti: “In questo contesto, consentire alle AdSP – deputate alla gestione dei porti nazionali – iniziative d’impresa nella catena logistica, anche attraverso forme consortili o comunque di compartecipazione con soggetti privati secondo un modello già da tempo consolidatosi nei sistemi portuali più evoluti, appare un ulteriore spunto di opportuna riflessione”.
Di qui, inoltre, l’introduzione del possibile utilizzo da parte delle AdSP dello strumento delle Comunità Energetiche, a sostegno delle esigenze energetiche sia dell’intero cluster portuale (imprese portuali, compagnie portuali, agenzie, servizi tecnico-nautici, armatori, Guardia Costiera, etc.), sia del retroporto (e quindi in ambito ZES).